Dai forma al tuo Natale, e illuminalo insieme a noi!

#bambini, #natale, #regali solidali

Vuoi dare forma al tuo Natale, ma non sai da dove iniziare?

Abbiamo preparato una mini-guida che ti aiuterà a scegliere tra i nostri regali quello che fa per te, quello più adatto alla persona a te cara, ma soprattutto che ci permetterà, insieme, di illuminare il futuro dei bambini.

 

10 motivi per scegliere un regalo di Natale solidale

1. Il tuo regalo non farà felice solo la persona che lo riceve, ma anche un bambino in difficoltà

2. I nostri regali solidali sono originali e unici

3. I nostri prodotti sono di qualità, e hanno il valore aggiunto di essere realizzati da piccole realtà locali

4. Sono inoltre ecosostenibili, perfetti per quella persona dal cuore green e attenta all’ambiente

5. Un regalo solidale è anche perfetto per fare un regalo a te stessə

6. Ogni nostro prodotto porta con sé una storia

7. Se hai figli, scegliere un regalo solidale ti darà lo spunto per parlare con loro del valore di essere altruisti

8. Portare in dono un regalo solidale può aiutarti ad avvicinare un tuo caro a un tema per te importante e che senti vicino

9. I nostri regali solidali sono deducibili e detraibili fiscalmente

10. Con un regalo solidale, non sbagli mai!

 

Ti abbiamo convintə? Allora cosa aspetti:

Rendi luminoso il Natale di tanti bambini!

Le nostre missioni all’estero: un ritorno tanto atteso

#adozioni a distanza, #bambini, #educazione, #estero, #Kenya

Maria Torelli, nostra program coordinator per i progetti di educazione all’estero, è da poco tornata da una missione in Kenya. Si tratta del primo viaggio in epoca di pandemia, con l’obiettivo di monitorare i nostri progetti educativi di Bomet e Nairobi. 

 

Bomet e Nairobi: dove ci troviamo?

Bomet è il capoluogo dell’omonima contea, nell’ovest del Paese; il nostro progetto è situato a Chebole, una località distante qualche chilometro. I bambini che frequentano la scuola provengono da un’area molto vasta: alcuni la raggiungono grazie a uno scuolabus, altri hanno la possibilità di essere accolti direttamente nella struttura (a partire dai 10 anni) o presso la Laura Children’s Home (dai 3 ai 9 anni). 

Nairobi, la capitale del Kenya, continua ad essere una città economicamente molto in crescita. Maria ci racconta che le strade sono piene di cartelloni pubblicitari che invitano ad avviarsi verso un modello di maggior consumo, e i centri commerciali si stanno moltiplicando a vista d’occhio. La condizione dello slum di Donholm non è però ottimale: non è stata ancora portata l’acqua, e le famiglie continuano ad avere scarse risorse sia per contribuire ai costi della scuola che per mangiare. Le case costruite in lamiera e cartoni sono ancora affiancate alla discarica e alle fognature all’aperto, e la commistione tra persone e animali rende l’ambiente ancor più malsano. 

 

A Bomet, tutti a scuola!

Attraverso il racconto di Maria, andiamo a visitare il nostro progetto di Bomet. La prima struttura che incontriamo è la Laura Children’s Home, dormitorio maschile e femminile presso la casa della famiglia Bet – fondatrice dell’organizzazione nostra partner locale – che accoglie attualmente 12 bambini dai 3 ai 9 anni.

 

 

Ci spostiamo poi alla Mosop School, scuola dell’infanzia e primaria, con dormitori maschili e femminili, che accoglie 368 bambini. Mosop era il padre di Mr Bet, e il significato del nome è ‘un posto dove si può stoccare molto cibo’, e quindi, per estensione, un luogo di abbondanza.

La struttura della scuola è in muratura, ma con tetto in lamiera: “quando piove forte – ci spiega Maria – con le mascherine e il rumore della pioggia è molto difficile capirsi, anche a un metro di distanza”. 

 

 

La Mosop School, avviata da Mr. Bet, non offre solo educazione e cibo ai bambini che la frequentano, ma fornisce loro un modello di famiglia e di educazione che va ben al di là delle conoscenze scolastiche. Lo scopo del progetto è assistere e accogliere i bambini orfani, abbandonati o vulnerabili della zona, e offrire loro l’istruzione che meritano.

Dalla nostra visita alla scuola abbiamo appreso come alcuni ex studenti abbiano conseguito ottimi risultati lavorativi: c’è Petty, che è diventata una dottoressa negli Stati Uniti; Jeremiah, un ragazzo albino masai divenuto direttore di un centro medico; Ronnie, che dopo aver lavorato come addetto alla produzione di latte per procurarsi fondi per curare la madre sieropositiva, è oggi un infermiere.

Alcuni ex studenti hanno creato un’associazione, la Laura Children’s Home Alumni, e si trovano tutti gli anni, a maggio, per incoraggiare gli alunni attuali e svolgere attività di volontariato: quest’anno, causa pandemia, vi è stata solo una cerimonia veloce. Con il passare del tempo, come ci racconta Maria, tutti loro potrebbero diventare risorse preziose per la scuola e la comunità: ad esempio come supporto di un insegnante nella realizzazione di attività pomeridiane, per passare del tempo con i bambini, incontrarli durante i giorni di visita o fare piccoli lavoretti. Questo, anche col passare degli anni, li farebbe sentire ancora parte della famiglia della Mosop. 

 

Allontanandoci da Bomet, visitiamo infine la scuola di Kuresoi: ci vogliono circa quattro ore di auto per raggiungerla, e la strada è in pessime condizioni. È una scuola dell’infanzia e primaria che accoglie oggi 173 bambini, di cui alcuni orfani; la struttura, come la maggior parte delle case della zona, è in legno e con il tetto di lamiera, segnale del contesto difficile in cui vivono i bambini.

 

 

 

A Nairobi, istruzione per i bambini degli slum

Proseguiamo con l’ultima tappa del nostro viaggio, recandoci al Centro Mother of Mercy nelle due strutture che sosteniamo: la scuola dell’infanzia e primaria di Kariobangi, che accoglie attualmente 190 studenti, e la scuola dell’infanzia e primaria di Donholm, con 161 studenti. 

Il Centro ha l’obiettivo principale di garantire ai bambini delle baraccopoli e dei quartieri poveri un’istruzione di qualità, poiché l’istruzione per loro è l’unico spiraglio verso il futuro. A scuola gli studenti ricevono anche un pasto, il materiale didattico, il vestiario e l’assistenza sanitaria. 

 

 

La scuola è sempre di più un punto di riferimento per i bambini, e un terreno di scambio e socializzazione tra grandi e piccoli. “Un giorno – ci racconta Maria – nello spiegare il funzionamento di alcuni giochi recuperati nel magazzino della nostra Fondazione, mi sono ritrovata a fare insieme ai bimbi un puzzle da 500 pezzi. È stato interessante vedere quanto si sono appassionati non solo i bambini, ma anche le direttrici e alcuni insegnanti, che hanno pensato di poter utilizzare il puzzle come strumento di team building all’interno delle classi.”

 

È stata questa una missione tanto attesa dopo quasi due anni di pandemia; uno sguardo dal campo non solo con lo scopo di visitare e monitorare un nostro progetto, ma anche per toccare con mano la quotidianità vissuta dai bambini e dai ragazzi che risiedono in un Paese così lontano, ma che grazie a questo racconto possiamo sentire un po’ più vicino.

Trekking solidale: un’occasione per ritrovarsi e ripartire, insieme

#bambini, #Italia, #raccolta fondi, #volontariato

Domenica 24 ottobre, nelle colline appena fuori Bologna, si è tenuta una passeggiata solidale organizzata da alcuni nostri volontari. Tra loro, Roberta ha trovato le parole per raccontare ciò che tutto il gruppo ha provato e condiviso.

 

I nostri volontari: una famiglia che cammina, insieme, verso un obiettivo comune

“Ci siamo, finalmente è arrivato il momento di preparare lo zaino per la nostra passeggiata solidale a sostegno del progetto Illuminiamo la scuola. I giorni che hanno preceduto questo momento sono arrivati nel silenzio, il silenzio delle aspettative, di nuove e ritrovate emozioni. Ma anche di paura, paura che un’ennesima speranza venisse sospesa da un qualsiasi evento fuori controllo, a cui siamo stati fin troppo abituati in questi ultimi mesi.”

 

 

Invece no, il giorno è arrivato e ha accolto i nostri volontari sotto un cielo e un sole meravigliosi. 

“La prima iniziativa dopo tanto tempo, quanto tempo… Arrivo al ritrovo, alzo gli occhi, poi mi guardo intorno e ho come l’impressione che siamo di nuovo tutti qui per ripartire, insieme, da dove eravamo rimasti due anni fa. È un quadro perfetto, in cui ogni persona è al posto giusto. Il cielo diventa una tela, la natura è una tavolozza incredibile di colori e noi siamo pittori improvvisati di questo nuovo corso, di questa giornata che in me ha il sapore della rinascita.

 

 

Rivedo Marina, che assieme alla sua macchina gialla piena di opuscoli e volantini si conferma la mia spalla, dispensatrice di buone maniere, di suggerimenti sempre giusti e spirito organizzativo perfetto. C’è l’entusiasmo di Grazia e la sua energia, calmierata dalla pacatezza di Emilio, poeta, narratore e guida in questa giornata perfetta. Ritrovo Francesca, finalmente mano nella mano al suo Roberto, uniti sempre di più e sorridenti dopo tanti tormenti. C’è Francesca – è venuta con Marco – la mamma che vorrei essere, la donna determinata che conosco, con cui confrontarsi è sempre costruttivo e illuminante. C’è Emilio, che vedo sorridere e mi chiedo se abbia trovato la strada per essere felice nel suo nuovo appartamento, nella sua nuova o vecchia vita. C’è Stefano, che un passo dopo l’altro arriva dove vuole e riesce sempre a dar letture positive ad ogni circostanza, e che sento sempre accanto in ogni mia difficoltà. 

 

 

Poi ci sono loro, gli amici, gli sconosciuti, i bambini, le persone che in una domenica di autunno hanno deciso di accompagnarci in questa giornata che io sento essere una rinascita dal valore inestimabile, un po’ per tutti.”

 

Ritrovarsi e ripartire: è questo che ha fatto il nostro gruppo, salita dopo salita, sdraiati sul prato della Chiesa arrivati in vetta, sotto il grande cedro dell’Himalaya, in discesa tra le vigne, nel rosso e nel giallo delle foglie di questo autunno.

“Siamo ripartiti, siamo tornati, e io sento nuova linfa scorrere nel mio sangue, aria fresca sulla faccia e la forza che mi dà affrontare un passo dopo l’altro accanto ai miei amici volontari, presenti e non, e a chi crede nel grande potere del volontariato, della solidarietà, e a chi dedica il proprio tempo per restare vicino ai bambini e illuminare il loro futuro.”